venerdì 18 maggio 2018

Dipingere all'aria aperta

Pillole di storia dell’arte Chi sono i Barbisonniers? Intorno all’anno 1824 durante i mesi estivi, nella foresta di Fontainebleau, vicino al villaggio di Barbizon a circa cinquanta chilometri da Parigi, colonie di artisti, si riunivano per dipingere lontani dalle sollecitazioni e dalla frenesia della vita cittadina immersi nella natura e nei suoi effetti luministici. Attenti alla rappresentazione della realtà contadina e ai fugaci giochi della luce e dell’atmosfera questi artisti avevano l'intento di accorciare la tradizionale distanza fra il bozzetto eseguito all’esterno e il quadro ultimato tra le mura dell’atelier. La figura centrale di questo gruppo chiamato “Scuola di Barbizon” era Theodore Rousseau (1812- 1867), il quale dopo aver visto rifiutati i suoi dipinti dalla giuria del Salone Parigino, decise di stabilirsi nel villaggio di Barbizon concentrandosi sulla rappresentazione del paesaggio e della foresta. La natura incontaminata, ricca di macchie di colore
improvvisamente illuminate dalla luce del sole era lo sfondo ideale per la rappresentazione della vita dei campi e delle emozioni che esse suscitava nel pittore. Molti artisti si avvicinarono alle idee di Rousseau e decisero di intraprendere questo innovativo percorso tra cui Millet, Corot, Daubugny. Ognuno di essi contribuì ad una nuova visione della realtà, fatta di effetti cromatici luminosi, istantanei, fuggitivi, legati alla mutazione del tempo e delle stagioni. A Charles Francois Doubigny guardarono poi gli Impressionisti attratti dalla sua pennellata leggera, meno densa e materica, rispetto a quella di suoi colleghi, ne portarono avanti gli studi, riuscendo a fissare sulla tela la fugacità dell’istante arrivando quasi all’astrazione delle forme che si dissolvono nelle infinite variazioni cromatiche rese dalla luce…ma questa è un'altra storia…

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