lunedì 8 settembre 2008

LA BEATA BEATRIX



Dante Gabriel Rossetti
Beata Beatrix
Olio su tela, 1864/1870

Considerato uno dei capolavori della pittura simbolista, l’opera appartiene ad un ciclo di dipinti ispirati alla Vita Nova e alla Comedia dantesca.
Il dipinto raffigura Elizabeth Siddall, moglie di Dante Gabriel, morta nel 1862 a causa di un’eccedente dose di laudano, ma allo stesso tempo è la rappresentazione simbolica del passaggio dalla vita terrena a quella spirituale di Beatrice Portinari, la donna amata da Dante Alighieri.
Per Dante Gabriel Rossetti che per tutta la vita rimase profondamente legato alla figura dell’Alighieri era necessario che la sua modella, compagna e poi moglie diventasse “Beatrice”, dando il suo volto ad ogni rappresentazione pittorica di quest’ultima. La Siddall fin da giovane ancor prima di diventare la moglie di Rossetti fu la modella prediletta dei Preraffaelliti, è suo il volto di Ophelia di Millais e di tutti i dipinti giovanili di Dante Gabriel.
La Beata Beatrix portata a compimento a due anni di distanza dalla dipartita dell’amata moglie, si propone come una meditazione sulla vita e la morte. Sintesi ultima tra Elizabeth Siddall e Beatrice Portinari, nonché estremo straziante omaggio di un uomo nei confronti della donna amata. Il dipinto si configura come una reminescenza fedele di Elizabeth, elevata a simbolo di un amore tormentato e sacrale, ma anche interpretata misticamente come una Beatrice fonte di copiose ispirazioni e oggetto di un amore infinito.
La figura di Elizabeth morente si materializza davanti agli occhi degli spettatori come un’apparizione controluce, protesa in un'estasi mortale. Il volto sollevato all’indietro è raffigurato in un ultimo momento di vita, le sue palpebre chiuse preannunciano l’imminente trapasso dal mondo terreno a quello Divino. Sulle mani abbandonate, già prive di vita, una colomba dalle piume scarlatte lascia cadere un papavero dai petali bianchi, evidente riferimento all’oppio con cui la Siddall trovò la morte.
La colomba dall’aureola d’oro, comunemente simbolo di amore e di pace, ma anche rappresentazione simbolica dello Spirito Santo, è qui raffigurata con enigmatiche piume rosse, metafora dell’amore e della passione. L’uccello assume in questo dipinto una doppia accezione: identifica lo Spirito Santo che arriva per condurre in cielo Beatrice ma è al contempo funesto messaggero di morte. Il fiore di papavero è simbolo del veleno e del turbamento interiore che spinse la donna al suicidio.
Il volto e le mani di Elizabeth, idealizzata attraverso una mistica Beatrice, rapiscono lo sguardo e solo in un secondo momento ci si accorge della presenza sullo sfondo del dipinto di due figure contrapposte: Dante e Amore. I loro sguardi desolati si uniscono mentre vegliano sul corpo morente di Elizabeth. Alle loro spalle un ponte illuminato, simbolo della città di Firenze, celebra e rammenda il legame esistente tra l’Italia che l’Inghilterra.
Tutto tace, l’intera città di Firenze rimane attonita e muta al cospetto della morte di Beatrice/Elizabeth. La meridiana segna le ore nove, numero anch’esso misticamente associato alla deificazione di Beatrice, al Paradiso, ai cori angelici, a tutto ciò che ruota intorno alla Perfezione del Creato.
Anche Elizabeth è elevata a simbolo di purezza, legame tra la vita e la morte, tra la passione e la disperazione, elementi che caratterizzarono l’intera esistenza di Dante Gabriel Rossetti.
La vita del Rossetti sarà segnata dalla tormentata storia d’amore con Elizabeth Siddal. La conosce nel 1849 e presto diventa la modella della maggior parte dei suoi quadri e disegni. Le opere giovanili di Dante Gabriel sono nutrite di citazioni e rimandi alla vita di Dante Alighieri e rendono omaggio alle sue opere letterarie. Fin da subito la giovane Lizzie è fatta trascendere nella figura di Beatrice.
Così, nei dipinti e negli scritti di Dante Gabriel, questa donna svolge un ruolo affine a quello di Beatrice Portinari nei riguardi di Dante Alighieri: guida spirituale attraverso la bellezza verso una dimensione trascendentale. Nel 1283 Dante trova l'Amore nel fragile sguardo di Beatrice, nel 1850 Rossetti lo incontra in quello di Elizabeth Siddal.
Per dieci lunghi anni Elizabeth aspetta silenziosamente di poter sposare il suo unico amore, che la chiede in moglie nel 1860, quando l’amore e lo stato di salute di Lizzie sono già compromessi da un’estenuante attesa e dalla continua incertezza che avevano già messo a dura prova i suoi fragili nervi.
Nel 1860 Elizabeth e Dante Gabriel si sposano.
Nel maggio del 1861 Elisabeth dà alla luce una figlia nata morta.
Questo tragico evento getta l’animo della donna, ulteriormente provato da un’inguaribile malattia, in uno stato di profonda frustrazione. Un’infima depressione la condurrà verso il tragico gesto che libererà la sua anima dal dolore della vita terrena per sempre. Dante Gabriel non si scosterà mai del tutto dal ricordo di Elizabeth, anche se altre donne entreranno nella sua vita. Dopo dieci anni dalla morte di Lizzie, in una sorta di emulazione espiatoria, decide di suicidarsi anch’egli con il laudano ma senza ottenere lo stesso letale risultato della moglie.


Roberta Presenza



La Beata Beatrix è attualmente in mostra a Vasto (Ch), presso Palazzo d'Avalos fino al 16 novembre 2008
la mostra rimarrà aperta dal martedi alla domenica nei seguenti orari
9.30/12.30
16.30/19.30

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